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"BUS DELLE GUANE"

 

 

 

 

 

 

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La grotta del "Bus delle Guane" o "Bus delle Iguane.", si pone come uno dei luoghi più interessanti e misteriosi del territorio in esame. Ubicata in un luogo pressoché inaccessibile fu probabilmente abitata in tempi antichissimi; infatti un piccolo scavo di assaggio presso l'imboccatura, ha permesso di portare alla luce alcuni frammenti di cotto preistorico. Il lato misterioso è dato dalle leggende di fate e di streghe tramandate nei secoli dalla gente locale. La grotta, posta nel mezzo di un dirupo a sud del piccolo colle di S. Martino, si affaccia sui piani di Torano.

Da uno stretto passaggio scavato nella roccia salendo in diagonale da sud a nord per una decina di metri si arriva all'apertura. In leggera pendenza ci si immerge per alcuni metri nella montagna potendo osservare interessanti "giochi" operati dall'acqua nella roccia calcarea. Si entra quindi in un antro, una specie di locale che a sinistra sale tortuosamente a camino, incrostato di lucido calcare. Qui, abbiamo notato come la fiamma della torcia si muovesse in modo tale da far pensare ad un'altra apertura, anche minima, oltre all'accesso principale e unico finora conosciuto. A destra si apre un foro rotondeggiante simile ad un pozzo; calandosi, si arriva dopo 10 metri sul pavimento di un'altra grotta a forma di bottiglia dal fondo ghiaioso e dalle pareti rivestite di calcare. In un lato presenta un meandro che sale tortuosamente per uscire poco addentro all'entrata della grotta. In varie parti dell'interno si nota la presenza d'acqua e da questo fatto può derivare l'origine del nome; infatti gli antichi dedicavano una qualsiasi cosa al dio cui la cosa stessa più si rifaceva e così abbiamo le "Aquane", antiche divinità delle acque. Il nome poi, storpiato, diventò "Aguane", "Iguane", "Guane".

 

La leggenda vuole che in questa grotta siano abitate le "Iguane", streghe dall'apparenza di giovani e bellissime dame; vivevano in gran numero sotto il governo d'una regina ed uscivano talvolta a passeggio per i prati e per i boschi sontuosamente vestite. Chi le avesse incontrate senza far loro atto di omaggio o non avesse obbedito ai loro ordini sarebbe andato incontro a gravissime sciagure; si comprende così come le circondassero il rispetto ed il timore di tutti gli alpeggiani. Di venerdì le Iguane favorite nelle loro imprese da Satana, scendevano nella parte inferiore della grotta e insieme alla loro regina, celebravano orge.

Ancora non molto tempo fa gli anziani del paese si divertivano nei "filò" invernali raccontando ai più giovani come in quel buco stessero le streghe bellissime e cattive che di notte uscivano ad attingere acqua alla fontana di Torano, servendosi di gerle e cesti di vimini.

 

Leggende analoghe raffiguranti le "Iguane" come streghe o esseri simili alle fate sono note anche in Val di Non ed in Valsugana.

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(Testo e foto sono presenti sul libro "Storia di S.Martino", di Roberto Anzelini e Mariano Giordani)

 

 

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